Gruppo Scrittori Ferraresi

Biografia di Gianfranco Rossi

Gianfranco Rossi era persona d'animo introverso e forse mal si sarebbe prestata all'idea di biografia. Per questo le righe che seguono vogliono più che altro comporre un clandestino quadro di informazioni, tratto con la complicità della sorella Anna e del suo vivido deposito di ricordi.
Come in una conversazione lenta, ne emerge un tratteggio parco di dati ma fatto di "cose umane".
A partire dai delicati aspetti di salute, che fin dalla nascita, avvenuta il 3 novembre 1931, ne condizionarono l'infanzia, con visite mediche frequenti e ripetuti soggiorni nell'aria salubre di montagna. Le scuole elementari e medie, frequentate in parte alla scuola ebraica, in parte ricevendo private lezioni (nella vergogna delle leggi razziali) presso la casa di XX settembre della maestra Olga, si interrompono nel 1943.
La famiglia intera - Anna, Gianfranco, i genitori, i nonni - fugge in Svizzera. Il viaggio è travagliato: Anna e Gianfranco in un primo momento vengono catturati sulle montagne dai tedeschi, portati a Varese, interrogati, intimiditi, prestati a un convento di suore e da lì finalmente strappati e salvati dai partigiani per essere condotti verso Luino, Svizzera.

Nel luglio del 1945 la famiglia torna a Ferrara e Gianfranco trova i resti della città che aveva lasciato. Un anno dopo avverrà l'importante incontro (il rispetto di Gianfranco Rossi per gli "oggetti" urbani consente questo termine) con la sua casa, quella che ha abitato fino alla fine, in via del Pero cinque. Poi il liceo classico, l'università nella facoltà di lettere e già a quei tempi le prime collaborazioni con il quotidiano "La Gazzetta Padana", su cui per anni ha lasciato l'inchiostro critico della sua passione per il cinema. All'epoca già era uscito, per iniziativa personale e in poche copie, un primo libro: una raccolta di racconti dal titolo "La nostra strada", che segnava il ritorno fisico di Gianfranco giovane a Ferrara, il suo impatto con la città frastornata dalla guerra e probabilmente l'inizio di quella sua ricerca letteraria che ha percorso interrogato rimappato la città. Ciò che poi è avvenuto anche tramite le successive collaborazioni con i giornali cittadini (il Resto del Carlino, la Nuova Ferrara, ma anche il breve intervallo della Gazzetta di Ferrara). La sua attività letteraria si manifestava non solo nella pubblicazione di romanzi, racconti, poesie, ma anche nella collaborazione con importanti riviste nazionali come Paragone e Il Caffè (diretto da Bassani).
Tutto questo mentre continuava la sua intensa attività di insegnante, intrapresa appena laureato e mai abbandonata. Prima le medie di Bondeno, di Migliarino e la Tasso a Ferrara; poi il confronto con generazioni di alunni all'Itis di Ferrara, fino alla pensione. Proprio durante questa esperienza nasce la stima diffusa e l'amicizia di molti studenti, quei rapporti generati dal rispetto e dal costante e dinamico scambio di idee, condivisi fuori dal mondo scolastico con poche, importanti persone: il professor Giovannelli, Guido Fink e, più di tutti, Maria Elena Cariani.

Biografia a cura di Sergio Fortini