Centro Donna Giustizia

Evoluzione del progetto uds

PROGETTO “LUNA BLU” – UNITÀ DI STRADA PROSTITUZIONE

Ha preso avvio a Ferrara nel 2001, con la consulenza dell’analogo progetto del Consorzio dei Servizi Sociali di Ravenna.
E’ un progetto che si inserisce nell’ambito degli interventi di “riduzione del danno”.
Nel corso degli anni ha garantito la presenza serale sulle strade di Ferrara di un’unità mobile, con a bordo operatrici e mediatrici linguistico culturali formate che svolgono attività di prevenzione sanitaria e sensibilizzazione rispetto ai rischi che il lavoro di strada comporta, con l’obiettivo di tutelare salute e diritti di chi offre prestazioni sessuali a pagamento.
Si pone inoltre l’obiettivo di favorire percorsi di autodeterminazione attraverso il passaggio di informazioni sulle opportunità che il territorio offre, informazioni di carattere legale ed attraverso la costruzione di relazioni di fiducia.

L’equipe di lavoro è formata da:
• coordinatrice, che gestisce il progetto, mantiene i contatti con il direttivo del Centro Donna Giustizia, con i Referenti istituzionali e con la rete del territorio locale e regionale, coordina un’azione di monitoraggio e di osservazione rispetto al fenomeno della prostituzione, anche in questo caso sia a livello locale che in una dimensione più globale, frequenta ed organizza momenti formativi;
• operatrici con un compenso o volontarie, che compiono una o due uscite serali settimanale con l’Unità Mobile. Le operatrici effettuano inoltre gli accompagnamenti sanitari, aggiornano i database dei contatti delle uscite serali, degli accompagnamenti e degli annunci di prostituzione in appartamento; partecipano a momenti formativi e di confronto con gli operatori di altre unità di strada operanti in Italia, ai focus group regionali e svolgono attività d’ufficio.
• mediatrici linguistico/culturali, che svolgono la funzione di facilitare l’accesso del target di nazionalità straniera ai servizi che il progetto offre, garantendo il diritto della persona ad esprimersi nella propria lingua in situazioni di difficoltà ed il riconoscimento della diversità culturale.

Durante i contatti in strada vengono distribuiti profilattici, generi di conforto e materiale informativo, tradotto in varie lingue, che contiene informazioni relative alle malattie sessualmente trasmesse, all’interruzione volontaria di gravidanza e alla sicurezza sul lavoro. Inoltre vengono proposti accompagnamenti presso i servizi sanitari del nostro territorio.
L’attenzione verso gli aspetti sanitari – che rappresenta comunque il focus del nostro intervento - diventa il punto di partenza per costruire una relazione di fiducia con le persone che si prostituiscono. Una relazione che possa favorire l’emersione di eventuali bisogni (che vanno dal ‘semplice’ ascolto fino alla volontà di affrancarsi da situazioni di sfruttamento). Per molte di loro (soprattutto straniere e irregolari) la relazione che instaurano con il personale dell’UdS è spesso l’unica che si situa al di fuori del circuito chiuso del sesso a pagamento e può rappresentare un ponte di collegamento con la società. L’accompagnamento ai servizi si è rivelato fondamentale quindi non solo per tutelare la salute delle ragazze, ma anche come momento relazionale significativo per creare o consolidare il rapporto di fiducia con operatrici e mediatrici .

L’Unità di Strada si è dotata di un telefono cellulare, che consente al target la reperibilità di un operatore anche al di fuori degli orari di uscita; questo numero viene fornito alle ragazze durante le uscite. L’obiettivo raggiunto con l’introduzione di questo numero è stato non solo quello di aumentare la fascia oraria di reperibilità dell’operatrice, ma soprattutto di creare un canale confidenziale per le richieste d’aiuto da parte delle ragazze.

Le uscite serali dell’Uds sono un importante strumento di osservazione e monitoraggio del fenomeno della prostituzione di strada. Nel corso di questi 7 anni non ci sono stati grossi cambiamenti rispetto ai luoghi della prostituzione di strada ed al numero di persone presenti, che comunque è molto ridotto rispetto a città come Bologna, Modena ma anche Ravenna stessa: la media di contatti serali del 2007 è di 15 persone, un numero molto vicino al 17 della prima uscita nel 2001 e tutte localizzate tra via Bologna e la stazione dei treni. Ovviamente ci sono delle oscillazioni rispetto alla media di presenze – si va da poche unità a più di 30 persone in una serata - indotte principalmente dall’attività di controllo più o meno intensa da parte delle forze dell’ordine e dalla situazione climatica e stagionale. Ma nonostante questi fattori possano incidere provvisoriamente sulle presenze, il numero medio di persone che contattiamo torna ad attestarsi su 15/17.
Si è notata una certa distribuzione territoriale, per gruppi di origine uguali, ma su una direttrice abbastanza conseguente e non particolarmente estesa
La presenza di donne italiane è da sempre una caratteristica peculiare del nostro territorio. Sono donne non più giovani, alcune residenti sul nostro territorio, altre provenienti da Bologna o da Rovigo. Non sono sfruttate e non hanno un’occupazione fissa: la prostituzione è quindi il mezzo di sostentamento per se stesse e spesso per i propri famigliari.
Le donne di nazionalità nigeriana viceversa sono molto giovani, quasi sempre con una situazione di tratta alle spalle. Nel corso degli anni non si è modificata Le ragazze sono consapevoli del fatto che in Europa saranno avviate alla prostituzione, anche se sono assoggettate ai loro protettori tramite dei riti woodo. Sono private dei loro documenti – sovente il viaggio viene fatto con documenti falsi procurati dalle reti di sfruttamento ed una volta giunte in Italia devono pagare alla loro ‘madame’ un debito che può raggiungere i 50.000 euro, saldato il quale sono libere.
Molte delle ragazze nigeriane che contattiamo a Ferrara hanno queste caratteristiche. Alcune invece hanno un regolare permesso di soggiorno, ma esercitano la prostituzione.
Generalmente non vivono a Ferrara, ma la raggiungono di sera, principalmente in treno da Rovigo, Padova o Bologna – il pendolarismo è un altro aspetto tipico di chi si prostituisce sulla strada, in particolare delle donne nigeriane, che possono coprire quotidianamente anche lunghi percorsi in treno. Alcune di loro, soprattutto recentemente, sono coinvolte nel traffico di stupefacenti da parte dalle reti criminali nigeriane.
Riguardo alle donne dell’Est, vediamo ragazze giovanissime, che hanno alle spalle gruppi di sfruttatori che utilizzano minor violenza rispetto ad alcuni anni fa e garantiscono alle donne un importante rientro economico (fino al 60%). Esse praticano quindi una forma di prostituzione ‘negoziata’, che si inserisce cioè tra la volontaria e la coercitiva e che nasce dall’incontro di due esigenze: quella degli sfruttatori, che sono così protetti dal rischio di denunce e quella delle donne, che fanno reddito.
Non vivono a Ferrara, ma vengono in treno dal Veneto oppure sono accompagnate la sera dagli stessi protettori. Alcune sono in possesso di regolare permesso di soggiorno, altre invece no.

Nel mese di maggio 2006, è stato avviato un lavoro di ricerca sul cliente ( svolta in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Ferrara) e sulla prostituzione al chiuso (in collaborazione con l'Asl di Ferrara).
Quest'ultima ha compreso:
• un’indagine qualitativa sul fenomeno svolta, in collaborazione con l’AUSL di Ferrara, attraverso interviste ad operatori sanitari e a rappresentanti delle Forze dell’Ordine;
• un’analisi degli annunci delle rubriche personali presenti nei tre mesi estivi sui giornali locali e su siti specifici che pubblicizzano – indirettamente - attività prostituiva negli appartamenti.
La catalogazione degli annunci presenti sui giornali e siti locali, invece, ha rilevato una cospicua presenza di attività prostituiva in appartamento sia in città che ai Lidi . Attraverso alcune telefonate di sondaggio è stata rilevata per la prima volta la presenza di donne orientali.
* Nel convegno "Antiche storie di ieri e di oggi" - Prostituzione tra libertà e abusi; tenutosi a Ferrara il 24 e 25 novembre del 2006 sono state presentate le 2 ricerche.
Nei mesi di marzo ed aprile 2007 abbiamo partecipato alla progettazione di azioni di intervento sperimentali rivolte a chi si prostituisce in appartamento o nei locali, in collaborazione con la rete regionale delle unità di strada. Questo progetto ha preso avvio a settembre 2007.

• Nel mese di gennaio 2008 ha preso avvio il progetto di apertura di un drop-in centre, sportello a bassa soglia cui possono accedere le donne e transessuali contattate durante le uscite serali. Tale luogo rappresenta uno spazio di accoglimento e ascolto per le persone che si prostituiscono, dove poter esprimere in una situazione di maggior tranquillità i propri bisogni, al di fuori del clima di paura e di fugacità che la strada ingenera ; in esso, inoltre, le operatrici possano dare le informazioni in maniera più approfondita.

Lavorare in un ambito sfaccettato, complesso e mutevole come quello della prostituzione richiede, a nostro avviso, un continuo confronto con i progetti di riduzione del danno operanti anche su altri territori, con il fine di apprendere e condividere metodologie e strumenti di intervento. In particolare abbiamo incontrato i referenti delle UdS di Free Women Project (Comune di Venezia), del Progetto Lunatica (Servizi Sociali Ravenna), del Centro Stranieri di Modena, del Movimento Identità Transessuale ( Bologna), della Lila (Piacenza) e del “Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute”(Pordenone). Sono state approfondite, tra le altre, le tematiche riguardanti la riduzione del danno, la mediazione dei conflitti con la cittadinanza, la prostituzione al chiuso ed il rapporto con le forze dell’ordine. Collaboriamo inoltre con gli operatori della Caritas Diocesana di Rovigo (che manifesta forti interconnessioni data la contiguità territoriale), con un costante scambio di informazioni su forme e mutamenti del fenomeno prostitutivo nei rispettivi territori.

Nel periodo 2006-2007 abbiamo organizzato diversi incontri di informazione – formazione – sensibilizzazione:
• su richiesta dell’Assessore ai Diritti del Comune di Occhiobello un incontro di informazione rivolto ad operatori sanitari e sociali, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del terzo settore, sui modelli sociali di intervento attuati nell’ambito della prostituzione;
• una giornata formativa con Pia Covre, storica fondatrice del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute ed esperta su tutte le tematiche riguardanti la prostituzione – caratteristiche ed evoluzione del fenomeno, modelli legislativi, modelli di intervento ecc.;
• un ciclo di tre incontri con l’equipe dell’unità di strada del Consorzio per i Servizi Sociali di Ravenna sulle tematiche concernenti l’apertura e gestione di un Drop-in Center;
• un contributo per la realizzazione una ricerca su “I clienti” nell’esperienza di prostitute di strada e nelle rappresentazioni di giovani adulti”, in collaborazione con la Facoltà di scienze dell’Educazione di Ferrara. Questa ricerca si è proposta di approfondire le caratteristiche dei clienti delle prostitute, sia sulla base degli studi disponibili sull’argomento, sia delle evidenze ottenute tramite i monitoraggi sulla strada ed alcune interviste effettuate alle donne che si prostituiscono sulla strada
• l'intervento della coordinatrice alla tavola rotonda “I luoghi della prostituzione….la prostituzione nei luoghi” organizzato dal Comune di Zola Predosa in collaborazione con il MIT di Bologna e tenutasi il 28 aprile 2007.


relazione_2006-2007.doc