Centro Donna Giustizia

Breve storia del progetto

Ci sembra bello introdurre l'argomento della prostituzione coatta da questa frase:
La ragazza di Benin City
La guerra alla prostituzione forse non sarà mai vinta, ma ogni volta che una ragazza verrà liberata dalla schiavitù della tratta,e come donna riacquisterà la sua dignità e rispetto umano, avremo vinto una importante battaglia.


LA RAGAZZA DI BENIN CITY

Il Centro Donna Giustizia é impegnato da diversi anni nella gestione, del progetto regionale "Oltre la strada" promosso e coordinato dalla Regione Emilia Romagna, approvato dal Comune di Ferrara in rete con altri Enti ed Associazioni regionali. Nei primi anni partecipano, oltre a Ferrara, le città di Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Modena, Bologna, Imola, Cesena, Rimini e Ravenna, in seguito si aggiungono anche Comuni minori.
Lo scopo generale del progetto é quello di intervenire sul fenomeno della "tratta delle donne" provenienti in particolare dai Paesi in via di sviluppo e dall'Europa centro-orientale, finalizzata alla prostituzione.
Per il timore di ritorsioni personali o alle loro famiglie d'origine ed anche per senso di abbandono e di solitudine, dovuto alla lontananza, alla non conoscenza della lingua, alla mancanza di documenti validi, queste ragazze, spesso minorenni, prive di ogni tutela, non riescono ad interrompere il rapporto con i loro sfruttatori e a sottrarsi al percorso della prostituzione. Qualcuna trova la forza e la possibilità di fuggire e va in cerca di aiuto.
L'uscita delle leggi sull'immigrazione e, in particolare l'art. 18 del D.Lgs: 286/98, offre la possibilità di protezione sociale delle donne che denunciano il protettore o il giro di sfruttamento in cui erano inserite.
Il progetto "Oltre la strada" si inserisce in questa fase, proponendosi di organizzare accoglienza, sostegno ed ospitalità in case protette.
Attraverso il progetto, attivamente sostenuto dalla Regione, sia sul piano della formazione degli operatori, che della progressiva formalizzazione del percorso di inserimento legalizzato nel tessuto sociale.
Il gruppo del Centro Donna Giustizia, costituitosi per la gestione del progetto, si arricchisce di esperienza e professionalità, affrontando in maniera integrata e sinergica le diverse problematiche legate al progetto stesso o che emergono via via lungo il percorso di aiuto alla persona (collegamento con Organismi decentrati dello Stato, Istituzioni, Enti, Servizi ed Associazioni; insegnamento della lingua, orientamento, accompagnamento ai servizi, formazione professionale, ricerca del lavoro, ricerca dell'abitazione per la fase di uscita, ecc.) e permettono di sviluppare "buone pratiche" di intervento, tra cui, di fondamentale importanza, lo sviluppo di una rete con i servizi del territorio sanciti da protocolli di intesa e operativi con Azienda USL, Ospedale, Amministrazione provinciale e Comune.
In presenza di un sempre maggior numero di donne in stato di gravidanza, si decide la creazione di una apposita "casa per le mamme". Con i bambini si evidenziano ulteriori bisogni e contatti con i Servizi che si occupano di infanzia . Le risorse non sono sufficienti e dopo un anno la "casa delle mamme" viene chiusa. Per approfondimenti su questo progetto vedere l'allegato. la casa delle mamme.doc.
Negli anni si evidenziano sempre più altri problemi legati allo sfruttamento delle persone in situazione forzata, che vengono recepiti in norme legislative, le quali allargano il significato del termine "tratta".
La legislazione interviene quindi sui diversi generi di "sfruttamento" apparsi negli anni, a seguito dell'immigrazione, e all'ART. 13 della L. 2228/03 prevede per tutte le persone costrette a prestazioni forzate, che siano lavorative, sessuali o accattonaggio, l'istituzione di uno speciale programma di assistenza per le vittime dei reati previsti dagli articoli 600 e 601 del codice penale.
Vengono così inserite nel progetto e accolte nella casa anche donne sottoposte in maniera forzata a sfruttamento lavorativo.
Il CDG non riesce, per come è strutturato il progetto, e per le forze in campo, a prestare il proprio aiuto anche ad uomini che si ritrovino nelle situazioni sopradescritte.

Per approfondimenti vedere: 0738_circolare_prot__3945_del_31_08_2007.pdf

** L'Osservatorio Tratta (Osservatorio e Centro di risorse sul traffico di esseri umani)ha aperto un SERVIZIO DI CONSULENZA GIURIDICA ON LINE" per consentire agli enti che realizzano progetti di assistenza e integrazione sociale di usufruire - attraverso un forum (attivato sul sito www.osservatorio-tratta.it), via e-mail (consulenzagiuridica@osservatoriotratta.it) e, prossimamente, anche tramite il telefono, di un servizio di esperti ed in particolare nell'ambito dello sfruttamento e della tratta di persone, volto a favorire la migliore tutela delle persone straniere che potrebbero avere accesso ai programmi e alle persone partecipanti ai programmi, fornendo in primo luogo risposta ai frequenti problemi che si verificano nell'ambito delle procedure di regolarizzazione delle persone stesse.

**L'Associazione "On the road" ha attivato un PROGRAMMA PER IL RITORNO ASSISTITO DI VITTIME DELLA TRATTA" che si rivolge alle persone vittime della tratta (art. 18 D.Lgs. 286/98 e art. 13 L. 228/2003).
Il programma prevede:
- la copertura delle spese di viaggio e la messa a disposizione di un budget personale a chi rientra;
- la messa a disposizione di un budget per la realizzazione nel paese di origine di un programma individualizzato di inclusione sociale e inserimento lavorativo presso le NGO partners del Programma.
Per informazioni rivolgersi a:
ASSOCIAZIONE ON THE ROAD
Servizio Drop-in
Tel. 0861/796666 - 762327
Fax 0861/765112
e-mail:rientro@ontheroadonlus.it